Marco Mengoni, Le cose che non ho

Marco MengoniCon il nuovo album Le cose che non ho, il secondo capitolo del progetto Parole in circoloMarco Mengoni va a perfezionare la sua playlist in divenire con un lavoro discografico decisamente meno tradizionale rispetto agli ultimi dischi. Con gli undici inediti di Le cose che non ho, l’artista di Ronciglione aggiunge colori secondari a quelli primari di Parole in circolo, giungendo ad un equilibrio tra le varie influenze del progetto.

Se il precedente disco era incentrato su ballad e pezzi introspettivi, qui prevale l’elettronica, declinata in diverse forme che spaziano dall’elettropop, come in Resti indifferente e Ricorderai l’amore, e ballad intrise di elettronica come Ad occhi chiusi e Ti ho voluto bene, all’UK funky di La nostra estate, brano in cui si assapora un retrogusto malinconico.

In questo nuovo album, inoltre, Marco Mengoni mette da parte i virtuosismi a favore di un canto che è quasi un parlato, che ricorre in diversi pezzi del disco, tra cui Ti voglio bene veramente e la settima traccia dell’album, Sono solo satelliti, brano firmato da Giuliano Sangiorgi, una delle personalità più influenti del panorama cantautorale italiano. Molto interessante è anche Rock bottom, unico brano in inglese del disco, nato da una fortunata collaborazione internazionale con Sia, eclettica cantautrice australiana considerata una delle protagoniste della scena musicale pop contemporanea.

Ora, a 27 anni, Mengoni dimostra di essere un artista curioso, che si lascia ispirare, e la cui identità musicale rimane indefinita, tale da non poter essere facilmente racchiusa in schemi definiti. Non è più il ragazzo timido che ha vinto la terza edizione di X Factor Italia nel 2009 né il cantante che con L’essenziale ed il progetto #Prontoacorrere aveva assunto una veste più tradizionale, ne tantomeno l’artista eccentrico del periodo Re matto e Solo 2.0.